Comunicato Stampa

L’abbandono della nave da parte del più alto e anziano ufficiale che il Pdl esprimeva all’Ars, l’ing. Nino Beninati, maturato a seguito di serrate e sofferte contrattazioni, non può ora essere argomentato agli occhi dell’elettorato come un fatto politico. Denunciare ora lo spostamento a destra del partito è un tentativo di trovare un alibi a quel processo di logoramento e di stanchezza che lo ha fatto sentire insicuro nell’affrontare una nuova campagna elettorale a cui va aggiunto un tradimento, quello dell’on. Francesco d’Alcontres, suo grande elettore, che lo ha lasciato per seguire Miccichè. Il Pdl di Messina esprimeva otto vertici di cui solo tre erano di provenienza ex-An (Nania, Buzzanca e Formica) gli altri (Ricevuto, Corona, Germanà, Garofalo e lo stesso Beninati) erano di provenienza Fi. Quindi la cosa più dignitosa che l’on. Beninati possa fare, non tanto nei confronti del Partito, che in questi diciotto anni gli ha dato tantissimi onori e soddisfazioni, quanto nei confronti di se stesso, è di tacere. Perché i veri motivi della sua folgorazione sono noti, non rispondono a valutazioni di natura ideologica e già circolano, in attesa di conferme tangibili, col passaparola.